Se ti sei mai chiesto perché l’osteopata sembra spesso concentrarsi su parti del corpo apparentemente distanti dai sintomi, allora sei nel posto giusto. La risposta sta in un concetto fondamentale dell’osteopatia noto come “disfunzione primaria”. In questo articolo, esploreremo questo concetto e come esso sia cruciale per la pratica osteopatica. Per arrivare a comprendere a pieno la sua importanza sarà necessario prima introdurre alcuni concetti fondamentali.
Definizione della Disfunzione Osteopatica
La disfunzione osteopatica è definita come un’alterazione nell’organizzazione neurologica, vascolare e tissutale di una specifica area del corpo. Essa può coinvolgere muscoli, visceri, il sistema neurologico, vascolare, ecc. e condiziona l’equilibrio di tutto il sistema. In parole più semplici, si tratta di un cambiamento della struttura e della funzione di una parte del corpo che riduce il movimento dell’area e modifica il metabolismo locale, causando adattamenti nel corpo. Ad esempio, una gastrite cronica può rendere i tessuti attorno allo stomaco più densi e fibrotici. Questo può impedire i movimenti fisiologici dello stomaco stesso, lo scorrimento di vasi e nervi di quella zona. Di conseguenza viene alterata la funzione di tutta l’area, portando il corpo a doversi adattare attorno ad essa.
Struttura e Funzione
In osteopatia la relazione tra struttura e funzione è fondamentale per capire come si strutturano le disfunzioni. L’esempio riportato sopra può dare un’idea di questa stretta connessione.
L’alterazione della struttura delle fasce che rivestono lo stomaco causata da un’infiammazione cronica, va ad alterare il funzionamento di tutta l’area, modificando le funzioni dei sistemi intorno. Ad esempio, i nervi riceveranno segnali irritativi portando in spasmo i muscoli a loro connessi. I vasi faranno più fatica a distribuire elementi nutritivi e ad eliminare elementi infiammatori e di scarto. Tutto questo porta i tessuti in sofferenza. Questa funzionalità alterata porterà a sua volta nel tempo ad un’alterazione della struttura. La struttura influenzerà la funzione, che a sua volta influenzerà la struttura. E così via, in un circolo vizioso. Questo concetto è molto importante e tornerà utile nella comprensione del processo di guarigione del corpo e di come il trattamento può trasformare un circolo vizioso in un circolo virtuoso.
Il Carico Allostatico e l’Equilibrista
Il corpo fortunatamente ha grandi risorse ed è capace di adattarsi a tante disfunzioni. L’insieme di tutte le disfunzioni e quindi di tutti gli adattamenti a cui deve ricorrere è chiamato carico allostatico. Possiamo paragonare il nostro corpo ad un equilibrista esperto che cammina su una corda tesa e alle disfunzioni come ad oggetti di un certo peso. Se all’equilibrista che cammina sulla corda tesa viene chiesto di tenere in mano un oggetto, dovrà adattare il suo baricentro per non cadere. Un bravo equilibrista può afferrare diversi oggetti, ma cosa succede se ad un certo punto non riesce più ad adattarsi ad un nuovo carico e perde l’equilibrio? E’ in questo momento che il dolore si manifesta. Il carico allostatico diventa eccessivo e il corpo non trova più un modo per adattarsi all’ennesimo carico.
Il Dolore e la Disfunzione Primaria
Questo modo di guardare al dolore apre lo sguardo ad un punto di vista nuovo. Non più ad una relazione diretta di causa/effetto, ma ad una somma di piccoli e grandi adattamenti che portano il sistema ad avere sempre meno risorse disponibili, fino ad esaurirle completamente. Un esempio comune è il classico paziente che racconta di come piegandosi a raccogliere una penna a terra sia rimasto bloccato con la schiena per settimane, convinto che quel piccolo movimento gli abbia fatto “uscire un’ernia”. Se ripensiamo all’equilibrista appare ovvio che quel movimento non sia stato altro che l’ennesimo peso da mantenere in equilibrio e che sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A questo punto sarà chiaro che il lavoro da fare sarà indagare su tutta la situazione completa dei carichi presenti. Soprattutto cercando il più pesante, cioè quello che ha un peso maggiore per il sistema e che condiziona maggiormente l’equilibrio di tutto il corpo. Eccoci arrivati dunque alla ricerca della disfunzione primaria.
L’Importanza di Non Inseguire il Sintomo
Dopo avermi seguito in questi passaggi per comprendere meglio e a grandi linee il funzionamento del sistema, siamo arrivati a capire l’importanza della ricerca della disfunzione primaria. Se avete seguito con attenzione vi sarà chiara l’importanza di non inseguire il sintomo in osteopatia. Il compito dell’osteopata non è quello di spegnere il sintomo, ma piuttosto di rimettere l’intero sistema nelle condizioni di poter ritrovare da solo un nuovo equilibrio più efficiente. E questo è possibile andando a trovare e a trattare la disfunzione primaria, cioè l’origine dei più grandi adattamenti che stanno avvenendo nel corpo.
Esempio
Nei primi paragrafi parlavamo di come una gastrite cronica crea adattamenti in tutta l’area sotto e sovra diaframmatica. Spesso in questi casi si può avere un’irritazione del nervo frenico, il nervo che innerva il muscolo diaframma. Questo nervo nasce a livello della colonna cervicale scendendo poi all’interno del torace. La sua irritazione può causare lo spasmo della muscolatura cervicale, limitando il movimento del collo e non solo. Quindi capita spesso che il paziente si presenta in studio per un dolore cervicale, ma il suo vero problema non si trova lì, bensì a livello dello stomaco. Se si trattasse solo la cervicale potrebbe magari uscire un po’ più alleggerito, ma in poche ore o giorni tornerebbe come prima. Questo perché l’equilibrio del corpo non è davvero cambiato. La disfunzione primaria che ha il peso maggiore nell’equilibrio del sistema è ancora lì e continua a condizionare tutto il resto. Spesso, una volta liberata la disfunzione primaria non è neppure necessario lavorare sull’area del sintomo. Sarà il corpo stesso a ritrovare il nuovo equilibrio e ridistribuire nel corpo tutte le tensioni con la grande saggezza che gli è propria. Se ti chiedi nella pratica come può l’osteopata trovare la disfunzione primaria, ti invito a leggere questo articolo. Qui racconto meglio l’arte di questa disciplina, la cui caratteristica è proprio lo sviluppo della sensibilità palpatoria.
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